Fiaccolata per Mugnai, martedì 30 si torna in aula. L'artigiano accusato di omicidio volontario
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A poche ore dalla prossima udienza, si tornerà in aula il 30 settembre, un'altra fiaccolata per Sandro Mugnai, l’artigiano 54enne, che il 5 gennaio 2023 sparò con il fucile uccidendo Gezim Dodoli, il vicino che gli stava distruggendo casa con una ruspa. Omicidio volontario è l'imputazione per Mugnai, dopo che la legittima difesa, anche nella forma dell'eccesso, è stata rigettata dal gip Claudio Lara con rinvio degli atti alla procura. A difendere Mugnai sono gli avvocati Marzia Lelli e Piero Melani Graverini. L'assalto con la ruspa fu interpretato da Mugnai - sostiene lui stesso - come una minaccia improvvisa, inattesa, ingiusta, che metteva a rischio la sua incolumità e quella dei familiari radunati all'interno dell'abitazione per la cena. Reagì con la carabina da caccia al cinghiale regolarmente detenuta ed esplose alcuni colpi. Dodoli morì nella cabina di guida del mezzo meccanico. Per l'accusa, invece, gli spari iniziarono quando la vittima era ancora nella fase di danneggiamento delle auto, all'esterno, quindi non vi era un reale pericolo di vita.
Presente alla fiaccolata la popolazione di San Polo, dove il 54enne risiede con la famiglia, che ha sempre sostenuto l'artigiano. In prima linea il parroco Don Natale ed il team del mondo al contrario di Arezzo.
A parlare stavolta anche uno dei figli di Mugnai. Il 30 settembre in aula, toccherà alla difese, far comprendere alla corte le ragioni della legittima difesa