Panno Casentino lettera di Vagnoli a Giani. La Tacs: "noi azienda solida, auspichiamo una soluzione"
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Una “richiesta urgente di intervento e salvaguardia della produzione del Panno Casentino”.
E' il sindaco di Bibbiena Filippo Vagnoli a chiedere, con una lettera, l'intervento del presidente della Regione Toscana e anche all'assessore alle attività produttive, del quale ancora non si conosce il nome visto che la giunta regionale non è stata ancora ufficializzata.
Vagnoli interviene a seguito della chiusura della Manifattura del Casentino S.r.l., la storica azienda di Soci che produce l'iconico tessuto, prossima alla chiusura definitiva. Le lettere di licenziamento ai 12 dipendenti sono state inviate a metà ottobre. Nel 2022 ci fu un tentativo di salvataggio, poi il crollo delle commesse dovuto principalmente alla crisi del settore tessile.
“Come già rappresentato nella precedente lettera congiunta del 7 agosto 2025 a firma mia e del
Sindaco di Pratovecchio Stia (che allego) – scrive Vagnoli - il rischio allora paventato è purtroppo divenuto realtà: l’unica azienda produttrice delle storiche pezze di Panno Casentino ha comunicato l’imminente cessazione delle attività. Si tratta di un evento che, se non immediatamente scongiurato, comporterà la perdita non solo di posti di lavoro, ma anche di un patrimonio manifatturiero, culturale e identitario unico, riconosciuto a livello internazionale come eccellenza del Made in Italy e simbolo stesso del Casentino e della Toscana”.
Vagnoli ricorda l'intervento dell'allora delegato dello stesso Giani alle crisi aziendali, il consigliere Valerio Fabiani. “Nel corso dei tavoli tecnici e istituzionali svolti negli ultimi anni, anche alla presenza dei rappresentanti regionali e del dott. Fabiani – prosegue Vagnoli - è emersa chiaramente una possibilità concreta di salvataggio e riorganizzazione dell’attività. È infatti tecnicamente possibile ridurre e ristrutturare la produzione mantenendo operativa la macchina “rattina”, vero cuore della manifattura e unica in grado di realizzare il celebre “ricciolo” del Panno Casentino.
Senza questa lavorazione, l’intera filiera dalla produzione alla confezione e commercializzazione, sarebbe irrimediabilmente compromessa”.
In Casentino, a Stia, esistono altre due realtà che consentono la commercializzazione del Panno Casentino. La Tacs e la Tessilnova. E' una delle due che nelle scorse ore si è pronunciata su quanto accaduto con un post sui profili social dell'azienda. Si tratta della Tacs. “Rinnoviamo la nostra stima ed amicizia ai responsabili e ai dipendenti della Manifattura del Casentino – scrivono - con cui abbiamo sempre avuto un rapporto di collaborazione sincero e leale. Purtroppo la crisi del tessile è generale e grave, ma è anche giusto dire che il Panno Casentino non ne è la causa, semmai vittima. La Tacs è un'azienda sana, solida, che va avanti e non è in chiusura. Il nostro auspicio è che tutto si possa risolvere a breve e che la nostra collaborazione con la storica rifinizione (che garantisce la produzione in Casentino) possa continuare e ci mettiamo come sempre a disposizione affinché ciò avvenga”.
L'appello di Vagnoli è rivolto al presidente Giani. “Serve un intervento immediato e diretto – scrive Vagnoli - volto a promuovere, insieme ai comuni, agli attori economici locali e agli eventuali soggetti interessati al rilancio, una soluzione di continuità industriale, anche in forma ridotta, che salvi la produzione e mantenga viva l’identità produttiva del Casentino”.