Garante chiede documenti su “occhiali smart”. Poponcini: “acquisiamo dati richiesti anche su strada”
ArezzoTv
“Noi avevamo già chiesto un parere al garante una valutazione d'impatto, prima di mettere in atto la nostra sperimentazione”. Così la risposta del comandante della Polizia municipale di Arezzo Aldo Poponcini in merito alla richiesta del Garante della privacy, arrivata nel pomeriggio di ieri, di alcuni documenti riguardanti la sperimentazione degli “occhiali intelligenti”. Tre i kit dei “laBglasses” che sarebbero stati forniti al corpo di polizia e la sperimentazione sarebbe iniziata i primi di dicembre. “Non è un sistema invasivo – precisa il comandante – già durante i controlli su strada, senza questo dispositivo, chiediamo gli stessi dati al cittadino ed abbiamo accesso alle stesse banche dati”. In sostanza l'agente dotato di questi occhiali può inquadrare la targa di un veicolo ed essere messo subito a conoscenza, attraverso l'accesso alle banche dati, di un'eventuale infrazione. L'Autorità ha dunque aperto un’istruttoria nei confronti del Comune per la sperimentazione, adesso dopo che i documenti richiesti saranno acquisiti, si capirà se il progetto sarà attuabile o meno. L’Autorità, con una nota, ha messo in luce anche l'aspetto sindacale del progetto e cioè se esso rispetta o meno le garanzie previste dalla disciplina privacy e dallo Statuto dei lavoratori. “Su questo – precisa Poponcini – abbiamo un'apposita informativa che avevamo già predisposto e che sarebbe stata inviata a tutti i lavoratori. La scelta di utilizzare gli “occhiali intelligenti” sarebbe stata su base volontaria”.