Omicidio di San Polo, Vannacci in visita da Mugnai. "Porto la mia solidarietà"
ArezzoTV
“Il rimorso ce l'avrò per tutta la vita”. Così Sandro Mugnai ripercorre quanto accaduto due anni fa (il 5 gennaio 2023 ndr), quando uccise con due colpi di fucile il vicino di casa Gezim Dodoli, che gli stava demolendo l'abitazione con una ruspa. Ripercorre quei momenti tragici, mentre aspetta la visita del generale Roberto Vannacci, eurodeputato della Lega, che già nella cena di Natale tenutasi ad Arezzo aveva annunciato di voler portare la sua solidarietà all'artigiano.
“Sono qui per stringere la mano e portare la mia solidarietà a quest'uomo”, ha detto il generale al suo arrivo all'abitazione di Mugnai intorno alle 12,00 a San Polo, frazione del comune di Arezzo.
Per quanto accaduto Mugnai dovrà rispondere di omicidio volontario, già respinta la legittima difesa invocata dall'uomo e dai suoi avvocati difensori Marzia Lelli e Piero Melani Graverini.
“Lo ribadisco – afferma Vannacci – la difesa è sempre legittima. Mugnai è un signore che purtroppo si è trovato a difendere se stesso, la propria famiglia e la propria casa. Quindi porto la mia solidarietà, la mia vicinanza e spero, perché io comunque ho fiducia nella magistratura, che in ambito giuridico si possa dimostrare chiaramente l’innocenza di questo signore”. Del caso, conferma il generale, sarebbe già stato informato anche il ministro Matteo Salvini, che all'epoca del caso di Fredy Pacini, si interessò della vicenda. Per Pacini, che uccise un ladro che si era introdotto nella sua attività, venne riconosciuta la legittima difesa. Quanto alla legge sulla legittima difesa Vannacci aggiunge: “ultimamente ci sono state delle variazioni alla legge sulla legittima difesa, che hanno consentito di migliorare la situazione di chi, soprattutto in ambito domestico si difende. Se ciò non fosse ancora sufficiente, la legge va cambiata. La casa è inviolabile. La casa è il nido dove ci sentiamo sicuri quindi quando qualcuno entra nella nostra casa, il turbamento che viene generato nella persona che si sente aggredita è talmente elevato che poi alla fine può ingenerare delle reazioni inconsulte”.
La visita è poi proseguita fuori dagli sguardi indiscreti delle telecamere, dentro l'abitazione di Mugnai, che prima però ha ribadito che quanto accaduto, per lui, era l'unica strada possibile.
“Io non mi ero nemmeno accorto che Genzim aveva danneggiato anche le auto nel parcheggio – ribadisce Mugnai – mi sono accorto che il tetto della casa si stava alzando e ho capito cosa stava succedendo solo allora. Abbiamo sentito delle gran botte e visto pezzi di casa cadere”.
Poco prima all'interno della sua abitazione ci aveva confessato: “non solo oggi ripenso a quanto accaduto, ci penso tutti i giorni. Da una parte penso che l'ho dovuto fare per difendere quanto ho di più caro al mondo, dall'altra penso a chi non c'è più e ha lasciato moglie e figli. Il rimorso di aver ucciso un uomo ce l'avrò sempre dentro. Non passerà mai.”
Mugnai dovrà comparire in tribunale il prossimo 14 gennaio per difendersi dall'accusa di omicidio volontario. “prima di aver fatto quello che ho fatto, abbiamo provato in tutti i modi a fermarlo. Abbiamo provato anche ad uscire, ma non ci siamo riusciti. Spero che venga accertata la verità dei fatti”. Salendo verso la collina di San Polo, lo striscione “Noi siamo con Sandro”, una solidarietà di tutto il paese, (si è costituito anche un comitato) ed è stato proprio il parroco Don Natale a raccontare al generale Vannacci della fiaccolata che c'è stata per Mugnai.