Caso di West Nile al San Donato di Arezzo, è una donna contagiata fuori dalla Toscana

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Una donna di 85 anni ricoverata all'ospedale San Donato di Arezzo, è risultata positiva al virus West Nile.
A confermare il caso è la la Asl Toscana sud est. “Si tratta di una donna di 85 anni, con comorbidità, residente nel Lazio, giunta ad Arezzo già con febbre e sintomi neurologici in progressivo peggioramento – afferma il dottor Danilo Tacconi, direttore della UOC Malattie Infettive della Asl Toscana sud est – per questo è stata ricoverata in rianimazione all’Ospedale San Donato, dove gli esami hanno evidenziato la presenza di anticorpi IgM specifici per il West Nile”.
La paziente, fa sapere la Asl, è arrivata direttamente all’ospedale San Donato senza soggiornare nel territorio aretino. La sintomatologia, la provenienza da un’area dove erano già stati segnalati altri casi e la sierologia positiva hanno portato, secondo le indicazioni ministeriali, a classificare il caso come probabile infezione da West Nile e a notificarlo come tale al Ministero della Salute. Ulteriori accertamenti hanno poi confermato la diagnosi di malattia da West Nile virus.
“È importante evitare ogni tipo di allarmismo – sottolinea ancora Tacconi – possiamo rassicurare la popolazione per diversi motivi. La paziente ha sicuramente contratto l’infezione nella sua zona di residenza, inoltre, la presenza del virus nel sangue è breve e a concentrazione molto bassa. Gli uccelli rappresentano, invece, serbatoi naturali del virus, che poi viene trasmesso all’uomo o ai cavalli attraverso le punture di zanzare infette. La trasmissione tra uomo euomo è rara e avviene solo in casi particolari, come dalla madre al nascituro, tramite trasfusioni (per le quali esistono protocolli di sicurezza), o attraverso trapianti. Nell’80% dei casi l’infezione decorre senza sintomi – prosegue Tacconi - nel 20% può causare disturbi lievi, spesso simili ad altre malattie, mentre solo nell’1% si osserva un interessamento neurologico (meningite, encefalite, mielite), con una mortalità che in tali forme può arrivare al 10%.”
Non è prevista disinfestazione. “Considerato che l'uomo non può trasmettere il virus alle zanzare - spiega la dottoressa Elena De Sanctis, direttrice della UOC igiene e sanità pubblica della azienda Usl Toscana sud est - in presenza di persone che si sono infettate in altri territori non è necessario eseguire interventi di disinfestazione”.
Non esistono terapie specifiche né vaccini: la prevenzione consiste soprattutto nel proteggersi dalle punture di zanzara e nel ridurre le condizioni favorevoli alla loro proliferazione.

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