A bordo di un mezzo pesante con Peruzzi FITA CNA: "meglio non usare il cellulare anche con Bluetooth"
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Antonio sale sul suo camion, prima inserisce una “schedina”. Cosa è? Gli chiediamo.
“E' la scheda che si inserisce nel cronotachigrafo, un dispositivo che registra i dati relativi alla guida e ai tempi di riposo del conducente”. Il cronotachigrafo, o tachigrafo, è un dispositivo obbligatorio sui camion e altri veicoli commerciali che registra i tempi di guida, riposo, velocità e distanza percorsa per garantire la sicurezza stradale e il rispetto delle normative sul lavoro dei conducenti.
È fondamentale per il trasporto su strada e in particolare, per i veicoli che superano le 3,5 tonnellate o che effettuano tratte lunghe.
E così inizia il nostro (breve) viaggio a bordo di un mezzo pesante grazie alla disponibilità di Antonio Peruzzi, Presidente Trasporti FITA CNA Arezzo. Lui in un mezzo pesante ci sale da 37 anni. E' il suo lavoro. E' trascorsa una settimana dal terribile incidente in A1 dove hanno perso la vita tre persone. Tanti gli interrogativi, ma non parleremo del caso specifico. C'è un'inchiesta in corso. Vogliamo però capire come nel 2025 la tecnologia può aiutare chi guida un mezzo pesante, che a pieno carico diventa una responsabilità ancora più grande e vogliamo anche parlare delle condizioni di sicurezza delle nostre strade. Iniziamo dai sensori.
“Qui nel lunotto anteriore – ci spiega Antonio – c'è un sensore anti collisione. Questo quando ci avviciniamo ad un ostacolo, in base alla velocità e alle distanze, prima suona, poi frena l'autocarro.”
Gli chiediamo quanti metri servono per fermare un mezzo di questo tipo, magari a pieno carico.
“Dipende dalla quantità del carico – specifica Peruzzi – dal tipo di strada e altri elementi. Comunque una distanza superiore ai 100 metri lineari dal possibile ostacolo. Il tempo di reazione dipende anche dalla qualità del mezzo. E ovviamente dall'attenzione di chi lo guida”.
Poi ci sono altri sensori laterali, ci spiega, davanti e dietro al mezzo, che emettono un suono nel caso in cui con le ruote si vada sopra le strisce bianche che delimitano la carreggiata. Questo può accadere, ad esempio, nel caso di un colpo di sonno.
“Certo ci vuole una segnaletica stradale ben delineata” - puntualizza Peruzzi. E qui veniamo alle condizioni delle strade. Quanto incidono, gli chiediamo, nella sicurezza di chi viaggia?
“Tutti questi sensori aumentano la sicurezza stradale – ci spiega – ma due elementi sono indubbiamente fondamentali. Il primo, il più importante: il conducente. Ci vuole tanta formazione. Per quanto riguarda le strade, le nostre infrastrutture sono di cinquant’anni fa. Sente? Siamo in un mezzo piuttosto giovane (ha 5 anni), con il sistema di ammortizzatori di cui è dotato non dovremmo sentire nulla eppure sentiamo molti “scossoni” perché il fondo stradale è quello che è”.
Proprio Peruzzi poche settimane fa aveva di nuovo messo l'accento sulle condizioni, ad esempio della E45. “L'ho percorsa tante volte la E45 – ci racconta - purtroppo ahimè è una strada da rivedere. Molto, molto rischiosa”. Il nostro viaggio si sta per concludere e stiamo tornando alla sede dell'azienda di Peruzzi, un'ultima riflessione. Sulla professione del camionista e sui cellulari.
“La nostra economia è basata sul trasporto merci su gomma – afferma Peruzzi – ce lo impone anche il territorio italiano, con colline e montagne. Tutto su rotaia sarebbe impossibile. Ci vogliamo vestire, vogliamo mangiare, vogliamo le macchine e tanto altro. Pretendiamo che un pacco ci arrivi a casa in 20 ore. Beh signori quel pacco lo portiamo noi! Nel nostro settore, come del resto in tutti gli altri, ci sono dei professionisti. La tecnologia ci aiuta, le condizioni delle strade vanno migliorate, poi ci sono le persone”. E l'uso del cellulare? “Nei nostri mezzi abbiamo il Bluetooth – conclude Peruzzi - ma sono convinto che se riuscissimo a fare a meno del tutto dell'uso del cellulare e delle chiamate, sarebbe meglio. Non solo per i camionisti”.